Sezioni
- I residui nella salatura del pesce e nella cottura dei frutti di mare
- Riciclaggio e riutilizzo di residui ed effluenti
- Processi utilizzati per il recupero dei residui
I residui nella salatura del pesce e nella cottura dei frutti di mare
Le industrie della salatura del pesce e della cottura dei frutti di mare producono acque reflue con un alto carico inquinante che devono essere gestite adeguatamente per evitare un impatto ambientale negativo.
A seconda della loro origine e composizione, questi residui si classificano in:
Residui della salatura del pesce
- Residui solidi. Derivano principalmente dalle fasi di taglio e eviscerazione, e sono composti da resti del pesce lavorato, tra cui parti come teste, lische, code e viscere. Questi residui sono riutilizzati come materie prime per la produzione di farina di pesce, riducendo così in modo significativo il loro invio in discarica.
- Residui liquidi. Provengono dalle salamoie esauste e sono composti principalmente da materia organica con un alto contenuto di proteine, sali, grassi e altri solidi sospesi. Alcuni esempi di residui liquidi sono: acqua con sangue, acque di lavaggio provenienti dalle fasi di taglio, eviscerazione e filettatura, spremitura della polpa (nei prodotti surgelati) e acque provenienti dalle operazioni di pulizia.
I flussi di effluente residuo tendono ad essere elevati, poiché sono processi produttivi che richiedono una grande quantità di acqua.
Residui della cottura dei frutti di mare
- Gusci e carapaci. Provengono da gamberi, scampi, cozze, granchi, ecc.
- Acque di cottura. Contengono sali minerali, proteine solubili, peptidi e composti aromatici.
- Residui organici in generale composti da parti molli di questi animali che non sono commercializzabili in prima istanza.
In entrambi i casi, è comune la presenza di gas e odori prodotti da composti organici volatili generati durante l’essiccazione e altre fasi del processo produttivo.
Lo scarico e lo smaltimento di questi residui senza un trattamento adeguato può provocare:
- Inquinamento delle acque superficiali e sotterranee.
- Emissione di odori sgradevoli.
- Proliferazione di patogeni.
- Aumento del carico inquinante nelle discariche.
Questi residui contaminano l’acqua e il suolo, oltre ad attirare insetti e generare odori molesti. Le normative ambientali obbligano alla gestione di questi residui, secondo la seguente gerarchia:
- Prevenzione
- Riutilizzo
- Riciclaggio
- Valorizzazione
- Eliminazione
In questo contesto, la valorizzazione si presenta come un’alternativa prioritaria, per i suoi benefici ambientali, economici e sociali.
Riciclaggio e riutilizzo dei residui generati nella salatura del pesce e nella cottura dei frutti di mare
Per rispettare la normativa indicata nel punto precedente, esistono diversi processi che permettono il riutilizzo di alcuni componenti presenti in questi residui.
Riutilizzo dell’acqua
Le acque reflue meno contaminate possono essere riutilizzate come acque di lavaggio nel processo industriale.
Le acque provenienti dal raffreddamento degli autoclavi nella produzione di conserve possono essere impiegate nella pulizia delle attrezzature e dell’impianto di produzione.
Recupero dei rifiuti come sottoprodotti
Alcune delle applicazioni più rilevanti sono:
- Utilizzo dei residui di frutti di mare e pesce nella preparazione di paté e/o alimenti per animali, come la produzione di farine di pesce
- Recupero di solidi e grassi dagli effluenti, mediante centrifugazione, concentrazione e successiva disidratazione per formulazioni di alimentazione animale.
- Impiego delle valve dei frutti di mare per lo sviluppo di prodotti come farine minerali.
Valorizzazione energetica
Durante la digestione anaerobica di residui organici ricchi di proteine e lipidi, si genera biogas.
Tecnologie come la pirolisi e gassificazione sono utilizzate per trasformare la biomassa in energia.
Dalle frazioni più secche, come gusci o resti disidratati, si ottengono consumabili solidi recuperati.
Valorizzazione nutrizionale e alimentare
- Farine di pesce e frutti di mare ottenute mediante essiccazione e macinazione dei residui. Queste farine possono essere utilizzate in acquacoltura e alimentazione animale.
- Estratti proteici per integratori alimentari o ingredienti funzionali.
- Sali minerali derivati dal recupero di sodio, calcio e magnesio dalle acque di cottura.
- Le acque provenienti dalle cotture dei frutti di mare contengono molti sapori e nutrienti, che possono essere utilizzati per preparare brodi, zuppe e basi per piatti pronti.
Valorizzazione per l’industria farmaceutica e cosmetica
- Chitina e chitosano derivati dall’esoscheletro dei crostacei, con applicazioni in cosmetica, medicina e agricoltura.
- Collagene e gelatina ottenuti da pelli e lische di pesce, che possono essere utilizzati in prodotti cosmetici e farmaceutici.
Valorizzazione agricola
- Compostaggio: produzione di fertilizzanti organici a partire da residui biodegradabili.
- Bio-stimolanti: estratti che facilitano la crescita delle piante.
Processi utilizzati per il recupero dei residui
I processi più utilizzati per il recupero di acque e residui sono:
- Setacci filtranti.
- Sistemi di chiarificazione come i flottatori.
- Digestori anaerobici per la produzione di energia.
- Filtrazione a membrana
- Evaporazione a vuoto.
Un processo innovativo consiste nell’estrarre e concentrare le proteine e i grassi ricchi di omega 3 per commercializzarli. Questo si ottiene con l’azione combinata di apparecchiature di membrane di ultrafiltrazione e evaporazione a vuoto. Infine, mediante apparecchiature di essiccazione si ottiene farina di proteine e acidi grassi oleici, prodotti con un alto valore di mercato nel settore alimentare.
Il resto dell’acqua, che solitamente contiene elevate quantità di sale, può essere trattato con apparecchiature di evapo-cristallizzazione, che permettono di ottenere un effluente pulito che può essere scaricato o riutilizzato. Il residuo calcareo ottenuto dopo questo processo può essere utilizzato per lo sghiacciamento delle strade, così come in altri usi industriali.
Le tecnologie di filtrazione e concentrazione permettono di fare un ulteriore passo avanti nella valorizzazione dei residui, trasformandoli in prodotti di alto valore commerciale e facilitando il raggiungimento di un scarico zero.
Nonostante questi progressi, si pongono sfide per il futuro, tra cui spiccano
- Ampliare la dotazione di infrastrutture adeguate per il trattamento dei residui provenienti dalle industrie della salatura del pesce e della cottura dei frutti di mare, con un’ottimizzazione dei costi di separazione e trasformazione.
- Copertura della necessità di certificazioni per prodotti destinati all’alimentazione o alla cosmetica.